Con l’inaugurazione della comunità alloggio “Casa Maria Adelaide Da Sacco“ avvenuta il 9 aprile 2005 avevamo predisposto un libretto che riportava brevemente la storia di questa avventura, lasciando una pagina bianca che simbolicamente doveva essere scritta raccontando altri testimonianze di solidarietà. l’appello, come si vedrà, è stato raccolto: tanti vecchi amici sono rimasti al nostro fianco con la loro sensibilità assieme a tanti altri nuovi che hanno condiviso con noi questi primi dieci anni di cammino, un cammino non privo di ostacoli, ma anche con tante soddisfazioni, con belle conoscenze e qualche triste addio.
E così a novembre abbiamo festeggiato assieme agli ospiti e a tutti gli amici di Casa Maria Adelaide, il nostro decennale di vita comunitaria, un momento importante, ricordando tutti quelli che hanno condiviso e vissuto gli spazi della casa, quelli che hanno contribuito alla sua realizzazione e soprattutto, quelli che ci hanno lasciato
Ripercorriamo a grandi linee gli anni trascorsi, prima come gruppo promotore del progetto Casa Maria Adelaide Da Sacco e dal 2009 come associazione di volontariato onlus, per testimoniare come il volontariato, se stimolato con idee giuste, sa trasformare i sogni in realtà. Grandissimo merito a una persona in particolare, che ha saputo parlare al cuore della gente, trasmettendo la sua preoccupazione, la sua determinazione, la sua grande forza di volontà, la sua caparbietà: Udino Buso.
È noto a tutti la grande propensione verso il volontariato nella nostra regione, spesso portata come motivo di vanto, ma è anche vero che il volontariato nasce, spesso, là dove c’è una carenza di servizi.
La nostra avventura è nata effettivamente per una carenza di strutture residenziali idonee ad accogliere persone adulte con disabilità quando la famiglia naturale si trova in difficoltà o viene a mancare.
Una decina di famiglie del nostro territorio, con i figli minori seguiti dalla “nostra famiglia”, preoccupati, appunto, per la mancanza di queste strutture, stavano cercando sul territorio un immobile da trasformare in comunità alloggio, realtà, per altro, già presenti in altre asl, per dare ai loro figli un futuro sereno e dignitoso.
Nella nostra usl non esistevano strutture per queste persone per cui si è dovuto bussare a tante porte. siamo nel 1996: incontri sul “dopo di noi” , gruppi di auto mutuo aiuto. si interpella anche la diocesi perchè verifichi l’esistenza di immobili non utilizzati presso le comunità parrocchiali da destinare a questa necessità.
La svolta con Don Benedetto Carlot, parroco di Vidor che aveva da poco raccolto dalla famiglia Da Sacco la volontà di lasciare un segno a ricordo della scomparsa prematura della figlia Maria Adelaide. Ecco che nasce l’idea di donare un terreno con una casa colonica ed altri immobili rustici sui quali sviluppare il progetto della comunità alloggio.
Importante anche l’incontro con il gruppo della cooperativa c.a.d.e.a. (comunità alloggio disabili età adulta) che a Valdobbiadene, ormai da anni, cercava un immobile per un gruppo appartamento ove inserire delle persone relativamente giovani, disabili ma con una certa autonomia, che non avevano il supporto della famiglia naturale ed erano collocate impropriamente, a nostro parere, presso le case di riposo: ci è parso logico unire le forze.
Nel frattempo a Treviso, Don Fernando Pavanello con il suo gruppo stava mettendo le basi per creare una fondazione che grazie alla sinergia fra “pubblico e privato” mirasse alla realizzazione, in alternativa ai grandi istituti, di piccole comunità alloggio. una ricerca sul territorio, infatti, riportava che nel giro di qualche anno, un migliaio di persone disabili si sarebbe trovata nella necessità di essere inserita in struttura. piccole comunità residenziali per complessivi venti posti compresi alcuni per le pronte accoglienze, divise in due gruppi con degli spazi comuni, per rendere l’ambiente il più familiare possibile.
Ci è sembrato giusto aspettare la nascita della fondazione “il nostro domani”, avvenuta verso fine anno 1998) per poi far convogliare, qualche mese dopo, la donazione della famiglia Da Sacco, in modo da dare continuità nel tempo e maggior sicurezza per il futuro (anno 1999).
Si può ora pensare al progetto vero e proprio ma per renderlo operativo si dovrà faticare parecchio: deve entrare nella programmazione di aulss 8 e comuni. L’impegno sarà notevole: non ci sono possibilità di finanziamenti pubblici e questo frena non poco l’inserimento del progetto nei piani di zona. le dieci famiglie del gruppo creano un fondo iniziale di 300.000.000 delle vecchie lire (in parte devoluto, poi, a fondo perduto) e questa è stata la mossa vincente per far capire quale fosse la loro determinazione verso questo progetto.
Avviene presso il cinema parrocchiale di Vidor la presentazione ufficiale del progetto: l’idea è quella di procedere per stralci in attesa di ulteriori finanziamenti. sarà, invece, l’inizio di una incredibile corsa a sostenere questa iniziativa da parte di una infinità di gesti concreti promossi da tanti gruppi, associazioni, enti, ditte e soprattutto privati.
Nasce anche l’iniziativa “frutto di un sostegno sociale”, promossa da consorzio delle pro loco del quartier del Piave, giunta al 15° anno, che alla seconda domenica di novembre raccoglie fondi per le comunità alloggio della fondazione e di altre comunità del territorio. solo per la nostra casa di Vidor, sino ad oggi, ha destinato, oltre 335.000 euro.
La posa della prima pietra alla presenza della famiglia Da Sacco al completo, commossa e grata per la grande solidarietà che il territorio intero stava dimostrando per questa iniziativa. i lavori cominceranno subito, senza particolari interruzioni se non quelle tecniche ed anche questo sarà molto importante per la gente, che vedeva crescere concretamente la casa che sentiva in parte anche sua. di esecuzione di lavori per stralci non si è piu’ parlato, confortati dalle numerose entrate, si è continuato ad andare avanti con il solo obbiettivo: portarla a termine.
Il costo della struttura risultava in 2.294.000 euro, si registravano contributi e donazioni per 1.643.000 euro con promesse di ulteriori 51000 euro. ne mancavano poco piu’ di 600.000 euro, recuperati con la richiesta di un mutuo ipotecario che ci ha permesso di far fronte agli impegni assunti.
Inaugurazione di Casa Maria Adelaide Da Sacco una grande festa per questo bellissimo sogno diventato realtà.
Nasce la cooperativa sociale “la rete” con la quale condividiamo mesi di apprensione e di rinvii per l’apertura ufficiale della struttura che avverrà solo il 2 novembre con l’inserimento delle prime 2 persone. gli inserimenti avverranno poi con lentezza esasperante e ci vorranno quasi 18 mesi per portarla a regime.
Notevoli le difficoltà per l’ avvio della struttura, anche finanziarie ma il nostro impegno per la raccolta fondi rimaneva saldo e fortunatamente la spinta della solidarietà non si era esaurita con l’inaugurazione della casa.
La famiglia Da Sacco poi, nel corso del 2005, per ricordare la figlia Anna, deceduta per un male incurabile, ha voluto devolvere un ulteriore sostanzioso contributo, che ci ha permesso di intervenire su gran parte del capitale residuo del mutuo.
Non ci stancheremo mai di ringraziare la famiglia Da Sacco così provata negli affetti che ci ha accompagnato, con la loro grande sensibilità, in questo cammino.
E siamo ormai alla vita di tutti i giorni, fianco a fianco con gli operatori e gli abitanti della casa e del centro diurno. la casa è viva, le persone hanno voglia di esprimere il loro affetto verso tutti coloro che si avvicinano per vivere un momento della loro giornata.
La nascita dell’associazione Casa Maria Adelaide Da Sacco Onlus, 11 giugno 2009, è stata una scelta obbligata per coordinare gli interventi dei volontari in rispetto delle dinamiche che scandiscono il trascorrere delle giornate: niente di particolare, cose semplici che diventano importanti per chi le riceve e che poi diventano altrettanto importanti per chi le dà.
Possiamo richiedere la destinazione del 5 x mille, un modo semplice che tutti i contribuenti, al momento della denuncia annuale dei redditi, possono utilizzare per farci arrivare la loro vicinanza: con queste entrate finanziamo i soggiorni estivi dei ragazzi, le loro attività, un maggior apporto di assistenza per inserimenti di casi con particolare gravità, le loro uscite, momenti di svago, laboratori…
Abbiamo dato molta importanza alla trasparenza: da sempre un cartellone giallo posto all’inizio di via Paludotti aggiorna l’andamento della raccolta fondi per Casa Maria Adelaide e che a tutt’oggi presenta la considerevole cifra di oltre 2.630.000 euro.
A questa cifra affianchiamo anche le forniture gratuite di materiali da parte di molte ditte, valorizzate in circa 70000 euro che porta il totale complessivo a poco più di 2.700.000 euro. nel pubblicare anche in questa ricorrenza un volumetto che riaggangi quello stampato in occasione dell’inaugurazione della casa, ricco di immagini sulle attività svolte, sui momenti di vita quotidiana e sul tempo libero , abbiamo lasciato ancora una pagina bianca, con la speranza che non manchi mai la continuità e che venga riempita nel corso dei prossimi anni.
È stata cosi consegnata una struttura al territorio frutto di un grandioso impegno da parte del volontariato e della grande sensibilità di tantissima gente, ma consegniamo sopratutto una comunità di quaranta persone con disabilità che attende vicinanza, relazioni, amicizia ed affetto.
L’ideale sarebbe stato far nascere la casa nel cuore del paese, in mezzo alla gente, per facilitare l’integrazione e vivere insieme la quotidianità. sta a tutti noi colmare questa “distanza” con la nostra buona volontà, con la nostra voglia di fare relazione. Casa Maria Adelaide ci aspetta.
Augusto Trinca
Presidente associazione di volontariato
Casa Maria Adelaide Da Sacco onlus
