La Rete Cooperativa

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La Rete Cooperativa Sociale

La rete è una società cooperativa sociale di tipo A, che ha sede a Vidor in provincia di Treviso, iscritta all’albo delle cooperative (n. A151673).

Le finalità che persegue sono quelle di promuovere l’integrazione sociale delle persone più deboli nella comunità attraverso la gestione di servizi sociosanitari ed educativi orientati in via prioritaria ma non esclusiva, alle persone disabili.

Mission e vision

La mission de La Rete è quella di essere un punto di riferimento per chi vive situazioni di disabilità adulta e per le loro famiglie, garantendo anche alle situazioni più difficili assistenza, residenzialità permanente e temporanea, ma anche opportunità di incontro e di attività per quelle situazioni che hanno necessità di luoghi protetti.

La visione è quella di poter dare alle famiglie con persone disabili il sostegno nell’accompagnamento dei loro cari nel “durante noi” e nel “dopo di noi”, ponendosi come soluzione alternativa all’istituzionalizzazione del disabile.

La cooperativa gestisce i servizi di due strutture:

    una comunità alloggio per persone adulte con disabilità “Casa Maria Adelaide Da Sacco” per l’ospitalità completa di 20 persone, autorizzata all’esercizio (decreto direzione non autosufficienza 42/2014) e accreditata (Dgr. RV 527/2017).
  • un centro diurno per persone adulte “Il Sole” con un potenziale di ospitalità di 25 persone, autorizzato all’esercizio (decreto commissario Azienda Zero n. 89/2018) e accreditato (Dgr. RV 196/2018).

Entrambe le strutture sono gestite in convenzione con l’AULSS n. 2, distretto Asolo-Montebelluna-Castelfranco.

Fornisce inoltre consulenza tecnico-professionale e interventi formativi alle organizzazioni che gestiscono servizi rivolti alle persone con disabilità adulta della regione.

Valori

La cooperativa La Rete svolge la propria attività sulla base di questi valori:

  • Centralità dell’utente e della sua famiglia: l’utente viene considerato nella sua identità e nella sua costituente dimensione relazionale familiare, e la sua presa in carico significa riconoscimento del ruolo e del valore dei diversi componenti della famiglia di provenienza.
    Il compito che la cooperativa si propone è di valorizzare l’utente e la famiglia, aiutando entrambi a passare dall’essere fruitori passivi di un servizio a protagonisti capaci di autonomia e di cooperare per dare soddisfazione ai propri bisogni e alle proprie aspettative.
  • Integrazione tra i servizi interni e con i diversi soggetti del territorio: sul fronte interno, l’integrazione si declina in un lavoro di equipe in cui le diverse professionalità sono focalizzate nell’individuare azioni e servizi e capaci di affrontare complessivamente e in maniera coordinata gli aspetti sanitari e quelli sociali, sia individuali che comunitari, della persona, e ad agire per la realizzazione di un unico progetto di vita. Si declina anche come metodo di azione rispetto ai diversi soggetti per valorizzare il contributo di ciascuno per la realizzazione di un obiettivo condiviso.
  • Inclusione: operare affinché nella comunità locale si possano creare le occasioni per le persone disabili di partecipare attivamente alla vita comunitaria, attraverso una collaborazione con le realtà del territorio, per creare programmi e servizi che rispondano ai bisogni delle persone con disabilità, per facilitare l’accesso delle persone con disabilità alle risorse e ai servizi del territorio, e per promuovere la sensibilizzazione e l’educazione sulla disabilità nei cittadini.
  • Trasparenza: come modalità di operare attraverso una comunicazione chiara e aperta sui servizi e la loro accessibilità, un aggiornamento regolare al pubblico, processi decisionali inclusivi, rendicontazione trasparente ed eventi di apertura alla comunità.

La storia

La nascita della cooperativa La Rete avviene nell’ambito del più grande e ambizioso progetto della Fondazione Il Nostro Domani, fondazione costituitasi a fine anni ‘90 con lo scopo di promuovere l’autonomia e la dignità delle persone con disabilità, sia in situazione di “durante noi” che di “dopo di noi”. La fondazione ha avviato nel 1998 un progetto per dare vita, grazie ai lasciti testamentari, a una rete di piccole strutture, ma con una presenza diffusa sul territorio, capaci di ospitare e gestire persone disabili.

La sua finalità è iscritta nel nome che la cooperativa ha scelto: “tenere i fili di indirizzo formativo e organizzativo con e tra le imprese sociali”. La Rete, infatti, nasce per occuparsi della gestione diretta delle comunità alloggio e dei relativi servizi diurni, e per supervisionare e fornire consulenza a tutte le comunità della fondazione dislocate nei comuni di Carbonera, San Biagio di Callalta, Preganziol, Vidor. La fondazione intendeva poter avere una realtà di propria fiducia in grado di supportare le piccole realtà locali fortemente radicate nel territorio, ma non sempre dotate di competenze professionali (quali), organizzative (quali), capaci di garantirne la solidità e l’efficienza gestionale.

Nei primi cinque anni di attività il ruolo della cooperativa è stato quello di occuparsi dell’attivazione, organizzazione e monitoraggio dei nuovi servizi sociosanitari nelle nuove strutture. Aspettative non riconosciute, ridotta autonomia decisionale, scarsa possibilità di incidere nella progettazione dei servizi e non da ultimo difficoltà economiche legate a una situazione di crisi finanziaria della fondazione, che si riversavano sui compensi alla cooperativa, hanno determinato un progressivo allontanamento dalla fondazione culminato nella scelta da parte de “La Rete” di rendersi autonoma sia organizzativamente che finanziariamente. Scelta questa che ha comportato un periodo di difficile transizione che si è concluso solo con il 2012, anno in cui la situazione economico-finanziaria inizia ad essere nuovamente positiva.

Il cambio di ruolo, da supporto e supervisione tecnico-gestionale di molteplici strutture del territorio, case alloggio, centri diurni, centri di lavoro guidato, centri educativo-riabilitativi diurni, o di supporto e monitoraggio delle gestioni delle cooperative che hanno in carico le attività per conto della fondazione, a soggetto che gestisce una comunità alloggio e un CEOD, ha comportato per la cooperativa un ridimensionamento del proprio intervento, ma nel contempo ciò ha significato un inevitabile orientamento delle competenze verso un profilo imprenditoriale più definito e maturo.

La Rete, nell’evoluzione storica, ha mantenuto lo stesso nome, ma ne ha di fatto modificato il senso: se inizialmente il nome scelto stava ad indicare il suo ruolo di collegamento tra le realtà che si occupano dei disabili, ora la cooperativa ha assunto un profilo di attivatore di connessioni non tanto interno al mondo della disabilità, ma esterno, con le varie realtà che agiscono nel territorio in cui opera.

Oltre che con la Fondazione Il Nostro Domani, la storia della cooperativa si intreccia con quella di Casa Maria Adelaide Da Sacco, Comunità alloggio nata per dare risposta nel territorio al bisogno di una struttura familiare che potesse dare ospitalità permanente e temporanea a persone con disabilità. La casa, fortemente voluta da un gruppo di 10 famiglie con figli disabili, ha trovato nell’impegno e nel contributo economico di un intero territorio (a partire dalla donazione del terreno da parte della famiglia Da Sacco e di successivi contributi economici), le condizioni per la sua realizzazione e il suo sviluppo.

La rete e il “dopo di noi”

Con l’espressione “dopo di noi” ci si riferisce al periodo di vita dei disabili successivo alla scomparsa dei genitori o familiari. La necessità di prendersi cura dei figli nel futuro, al venir meno della presenza dei genitori, ha spinto le famiglie a un’azione dal basso che nel tempo ha trovato il supporto e la capacità di risposta di diversi soggetti privati (le cooperative e le fondazioni) che, nel quadro di una progressiva evoluzione normativa, culminata nella L. 112 del 2016 – Legge sul “dopo di noi”, hanno potuto trovare gli strumenti operativi per realizzare interventi finalizzati a dare risposta a tutta una serie di bisogni di assistenza, residenzialità, accompagnamento delle persone con disabilità, per poter dar loro riconoscimento di quel diritto di “vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone”.

Nel tempo, si è arrivati a riconoscere che, ferma restando la necessità di sostegno e ospitalità, nel corso della vita il peggioramento delle situazioni di salute comporta in molti casi l’individuazione di situazioni alternative alle case alloggio. Emerge quindi, la necessità di pensare a soluzioni diversificate rispetto alle difficoltà delle diverse età della vita e allo stato di salute.

La Rete si sta muovendo insieme con altri soggetti del territorio (L’Incontro, Ca’Speranza, Orchidea), facenti riferimento all’ex Consorzio In Concerto, per fornire una gamma di opportunità alle famiglie con disabili. Per presentare come affrontare il tema del “dopo di noi”, è stata preparata una brochure dal titolo “DOPO DI NOI, Una scelta che possiamo fare insieme”, in cui, oltre a fornire alle famiglie destinatarie dell’opuscolo una panoramica degli strumenti giuridici utilizzabili, si presentano i soggetti che nel territorio di Castelfranco – Montebelluna e Vidor, sono attivi per dare risposte a questi temi.

L’essere in rete rispetto al tema del “dopo di noi” significa per “La Rete” poter far parte di un’offerta più ampia in cui la specificità del proprio servizio trova, nel rapporto con gli altri soggetti del territorio, collegamenti per realizzare importanti sinergie comunicative e professionali.

Il contesto sociale, politico ed economico in cui opera “La Rete”

La Rete opera in un contesto sociosanitario e politico complesso e in continua evoluzione, caratterizzato da diverse sfide e opportunità. Le cooperative sociali hanno un ruolo fondamentale nel rispondere alle sfide del welfare regionale e nel garantire una presa in carico completa e personalizzata delle persone con bisogni sociosanitari. Per rafforzare il loro ruolo è necessario un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti, per favorire un sistema di welfare più sostenibile, inclusivo e innovativo.

Le sfide principali sono rappresentate da:

  • Fondi limitati: La disponibilità di finanziamenti pubblici risulta insufficiente a coprire tutte le spese richieste dalla struttura per poter garantire un servizio di qualità. Si assiste a una diminuzione degli stanziamenti a favore del fondo per la non autosufficienza, mentre le risorse comunali per il sociale si riducono e si trovano a dover fronteggiare un sempre maggiore ampliamento di situazioni critiche. Questo richiede da un lato uno sforzo continuo nel controllo dei costi, una gestione oculata delle risorse disponibili e, dall’altro, la necessità di individuare e sostenere forme di finanziamento privato.
  • Integrazione con i servizi sociosanitari: Necessità di un lavoro in sinergia con l’AULSS per poter individuare soluzioni e opportunità di sviluppo del servizio all’utenza disabile.
  • Bilanciamento tra missione sociale e sostenibilità economica: Mantenere un equilibrio tra il perseguimento degli obiettivi sociali e la sostenibilità economica della cooperativa può essere complesso.

In questo quadro però esistono anche delle opportunità:

  • Innovazione sociale: Le cooperative possono sviluppare nuovi modelli di servizio e di presa in carico, basati sulla tecnologia e sull’integrazione tra servizi sanitari e sociali.
  • Partenariato: La collaborazione con enti pubblici, privati e del Terzo Settore può favorire la condivisione di risorse e competenze per offrire servizi più efficaci ed efficienti.
  • Formazione: Investire nella formazione del personale permette di elevare la qualità dei servizi e di rispondere alle nuove esigenze del territorio.

Gli ospiti e gli utenti

L’approccio della rete alla persona disabile è quella di una lettura della situazione personale completa di tutti gli ambiti, in risposta alla quale vengono definiti attraverso il progetto di vita, gli ambiti di intervento adeguati alla sua situazione con la preoccupazione di un corretto equilibrio tra gli interventi da attuare e i risultati raggiungibili, evitando obiettivi troppo elevati come anche situazioni rinunciatarie.

Creare un ambiente di vita e di crescita anche se commisurata alle abilità disponibili e alle potenzialità della persona, è ciò a cui è orientata l’azione degli operatori che attraverso azioni dirette di sostegno e la creazione opportunità di sviluppo accompagnano il disabile.

Nel suo approccio la Rete è attenta ad attuare un coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti: persona disabile, famiglia e operatori e a pianificare gli interventi che sono globali, cioè, tengono conto di tutti gli aspetti affettivo, cognitivo funzionale, in un’ottica di piccoli passi con un approccio storicizzato.

Gli ospiti nel 2023 sono stati 21 nella comunità alloggio e 20 nel centro diurno.

Il nostro metodo nella gestione degli utenti

La Rete, nell’erogazione dei propri servizi, valorizza la centralità della persona disabile, riconoscendola come soggetto che, assieme alla sua famiglia, collabora attivamente al proprio progetto di vita, anche nelle situazioni in cui la gravità risulta di notevole entità. Per perseguire questo approccio, gli operatori sono attenti a:

  • Approccio globale: un approccio alla persona che tenga conto della sua situazione esistenziale e non solo delle funzioni compromesse da riattivare o dei bisogni da soddisfare.
  • Empowerment della persona: non ridurre l’intervento sull’utente ai soli aspetti assistenziali, ma favorire tutte le opportunità per l’emancipazione della persona disabile, sviluppando nell’utente e nella sua rete familiare le capacità per affrontare positivamente la propria condizione esistenziale.
  • Collaborazione: nel lavoro d’equipe e tra i servizi per favorire l’integrazione dei singoli supporti e rispettare e valorizzare lo specifico professionale delle varie componenti coinvolte. Le loro attività sono strettamente coordinate e interdipendenti, creando un percorso di cura continuo e coeso per l’utente.
  • Integrazione: favorire l’armonizzazione tra la dimensione di intervento individuale, che punta a processi di crescita e di sviluppo dell’autonomia, e la dimensione di gruppo in cui la persona vive, sviluppando un clima familiare e di relazione positiva, ma anche creando le opportunità per una partecipazione alla vita comunitaria più estesa.
  • Informazione: assicurare un’informazione ampia, precisa e obiettiva sulle disabilità, sulle loro implicazioni e sui provvedimenti esistenti.

Gli organi sociali

Struttura societaria

Assemblea dei soci:
E’ la base sociale, costituita dall’insieme dei soci della cooperativa che possono essere persone fisiche (sia dipendenti che volontari) e anche persone giuridiche. L’assemblea nomina il C. d. A., approva il bilancio annuale e decide sulle scelte più importanti.

Consiglio di Amministrazione:
Composto da un massimo di 8 membri, nominati dall’assemblea dei soci, è l’organo di governo dell’impresa sociale.

Il C. d. A. elegge il Presidente, che è il legale rappresentante della Cooperativa, e il Vicepresidente.

Struttura tecnica

Equipe direzionale:
Costituita da tre figure professionali, programma, dirige e coordina le attività e si rapporta costantemente con il Consiglio di Amministrazione Equipe dei servizi e consulenti esterni.

Ciascuno dei servizi gestiti dalla Cooperativa è strutturato in forma di equipe multi-professionale che si serve anche dell’apporto consulenziale di professionisti esperti.

Il consiglio di amministrazione

Il CdA è composto da soci lavoratori e soci volontari allo scopo di valorizzare la connotazione multistakesholders dell’organizzazione.

Composizione del Consiglio di Amministrazione in carica al 17-10-2024

Carica Cognome e nome
Presidente del CdA Bottaro Emmanuele
Vice Presidente del CdA Bertolo Alberto
Consigliere Michieletto Patrizia
Consigliere Sibilin Danka
Consigliere Pronol Ivana
Consigliere Savio Martina